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La corsa all'oro



L'unica cosa chiara che emerse dal risultato delle ultime elezioni politiche era la scomparsa del Centro. Tutte le varie liste che avevano cercato di accaparrarsi i voti dei Moderati, infatti, avevano conseguito un pessimo risultato (Noi con l'Italia 1,30%, Civica Popolare 0,54%, Italia Europa Insieme 0,60%, PRI-ALA 0,06%, +Europa 2,54% e 10 Volte Meglio 0,11%), tanto che la maggior parte di esse scomparvero poco dopo la fine dello spoglio. Negli ultimi giorni, però, diversi politici stanno cercando di riportare alle urne quell'elettorato centrista che sembra, oramai, perduto nell'astensione.

Il primo a provarci, è stato il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, che con altri di Forza Italia (tra cui Paolo Romani) e con il Movimento IDeA (di Quagliarello), ha fondato "Cambiamo!", un Partito di centro-destra, Liberal-Conservatore che vuole provare a convincere gli elettori delusi da Forza Italia. In realtà, questo nuovo soggetto politico non si può propriamente definire "centrista", perché Toti è favorevole al centro-destra (o "destra-centro") a trazione salviniana, che poco ha a che fare con il Centro politico, rischiando così di diventare un "utile idiota" nelle mani di Salvini.

Un altro soggetto politico nato da poco, ma già con grandi ambizioni, è "Italia Viva", il nuovo Partito di Matteo Renzi. Con questa mossa l'ex Presidente del Consiglio vuole provare a rilanciarsi come possibile leader per guidare il fronte anti-Sovranista. Accanto a Renzi, oltre ai suoi fedelissimi, troviamo anche Riccardo Nencini con il suo PSI, alcuni parlamentari ex "forzisti" che non volevano morire salviniani e centristi vari (tra cui Gabriele Toccafondi ex NCD). In realtà non è detto che l'esperimento funzioni, perché quando era al governo Renzi con le sue politiche aveva allontanato l'elettorato centrista che gli aveva dato fiducia alle elezioni europee del 2014. Il Senatore, infatti, ha aumentato il debito pubblico, non è riuscito a far crescere il PIL e, infine, si è fatto portavoce per primo di quei sentimenti anti-UE che oggi stanno prendendo il sopravvento.

Anche Carlo Calenda e Matteo Richetti, contrari alla decisione del PD di fare un accordo di governo con il M5S, hanno deciso di formare un loro Partito, che verrà presentato a Dicembre. L'ex Ministro dello Sviluppo Economico potrebbe trovare come compagno di viaggio +Europa, partito oramai diviso al suo interno da molte (troppe) questioni. A onor del vero, però, difficilmente Calenda riuscirà a unire i Liberal-Democratici, infatti, i rapporti con Bonino&C. non sono dei migliori, dopo che l'ideatore di Siamo Europei ha martellato continuamente l'elettorato con il concetto (odiato dai centristi) del "voto utile", contribuendo così a fare in modo che +E non raggiungesse il 4%.

Sono poi da citare anche altri 2 Partiti che sembrerebbero venir alla luce: la "nuova DC" e la "Rete Bianca". Il primo dovrebbe essere composta dai reduci dell'UDC e di altri partitini di Centro che guardano a destra (es: i Popolari per l'Italia) oltre che da associazioni di carattere Conservatore, come le associazioni Pro-Vita (più di Destra che di Centro). Questa DC in piccolo dunque si tradurrebbe in una sorta di stampella per Berlusconi per cercare di evitare che Salvini assorba tutto il destra-centro (anche se è già a buon punto). Il secondo Movimento, invece, è composto da ex Margherita e PPI (come Lorenzo Dellai e Giorgio Merlo) e vorrebbe cercare di rilanciare il pensiero politico del "Centro che guarda a Sinistra" tipico di Aldo Moro e di alcune correnti della DC (es: "La Base"). Il progetto (per quanto sia ancora in fase embrionale) è molto ambizioso anche se, per la sua unicità rischia di non allargarsi ad altre culture politiche e di rimanere effimero.

Insomma la corsa all'elettorato centrista (vero e proprio "oro" politico in questo tempo di estremismi vari), ha inizio con nuove (ma pur sempre uguali) debolezze e contraddizioni che non hanno permesso che si ricreasse un vero, nuovo e forte Partito centrista Liberal-Popolare di cui la Nazione avrebbe strenuamente bisogno.

L.G.

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