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Abbattiamo il duopolio!

 

  
 
Dagli anni '90 del secolo scorso la scena politica del nostro Paese è stata caratterizzata dal "bipolarismo", inteso come contrapposizione di Destra conto Sinistra. Inizialmente questo nuovo assetto politico era stato accolto con grande entusiasmo dagli elettori, che lo vedevano come una netta rottura rispetto alle coalizioni che avevano governato in passato (Quadripartito, Pentapartito, ecc...). Molti costituzionalisti tessevano le lodi della "teoria dell'alternanza" secondo cui l'alternarsi di Destra e Sinistra al Governo è un evidente segnale di democraticità di un Paese. Infatti quanto più tale evento si verifica in modo non sistematico, ma ripetuto nel tempo, tanto più la Democrazia appare godere di buon funzionamento. C'era poi la convinzione che quest'alternanza avrebbe evitato episodi di corruzione e avrebbe garantito la crescita del Paese (come in USA, UK, ecc...). 
  
Col passare del tempo però questa contrapposizione continua non ha fatto venir fuori il meglio dei due "poli", come gli elettori speravano, bensì il peggio. Oggi la decadenza di questo Sistema è sotto gli occhi di tutti. Il bipolarismo ha infatti prodotto un'estremizzazione dei toni e dei contenuti che sta portando all’imbarbarimento della vita nazionale, alla personalizzazione della politica e alla sua degenerazione trasformista. Tutto ciò avvenuto col grande aiuto dei mass media che, invece di svolgere la loro funzione di "watchdog" del Potere denunciando per tempo il declino, hanno gettato benzina sul fuoco, facendo di tutto per inasprire lo scontro. 

Negli ultimi anni la situazione si è aggravata da quando abbiamo un inquietante bipolarismo "illiberale", con il M5S come arbitro della coalizione di Governo, il fatto che sia indifferente per loro governare con la Lega o col PD è infatti il segnale lampante della crisi anche morale della nostra Politica. Questa bipolarizzazione fraudolenta del quadro politico impone uno schema per cui la polarizzazione dei voti porta alla radicalizzazione delle posizioni, non alla creazione di grandi partiti plurali, ma di “entità” frammentarie e grumose, tanto "impolitiche" sul piano dei contenuti quanto scatenate nella difesa dei propri spazi di potere, basti vedere come recentemente i Partiti abbiano mutilato senza battere ciglio la nostra Costituzione appoggiando il "sì" al taglio dei parlamentari, solo per avere qualche voto in più. 

L'attuale bipolarismo italiano vede contrapporsi a Destra un fronte Sovranista ed euroscettico dominato dalla coppia Salvini&Meloni, con Forza Italia e gruppetti autodefinitosi "centristi" (Cambiamo!, UDC, ecc...) che proni subiscono ogni proposta dell'estrema Destra, anche se dannosa (come l'aumento spropositato del debito) o addirittura contraria allo Stato di Diritto (come il voler lasciare in mare persone che scappano dagli orrori della guerra) per mantenere la poltrona. A Sinistra invece troviamo la triade PD-M5S-LeU (o quel poco che ne resta) che stanno propinando un ritorno al Socialismo reale e al giustizialismo che la Sinistra italiana sembrava ormai aver abbandonato e qualche Partito LibDem che fatica a far sentire la propria voce.

La lotta tra questi poli, benchè abbia toni molto accesi, sembra però più uno scontro di Wrestling, perchè in realtà, se analizziamo la visione socio-economica delle due coalizioni, ci appare molto simile. Entrambe infatti vogliono più deficit, più debito e più flessibilità dall'UE. Entrambe vedono nelle nazionalizzazioni la soluzione alle crisi aziendali e si oppongono a ogni tentativo di liberalizzazione o a una maggior concorrenza (elemento fondamentale per una vera crescita economica). Entrambe mettono lo Stato e il collettivo al di sopra dell'individuo ed entrambe non disdegnano un ricorso a misure paternaliste e al nazionalismo per aumentare i propri consensi. Insomma loro si comportano come due grandi imprese che operando in condizioni di duopolio, senza avere lo stimolo della concorrenza, prendono decisioni che danneggiano i consumatori. Per far uscire l'Italia dalla grave situazione economica in cui si trova e farla tornare a crescere serve ben altro. 

Serve una nuova proposta Politica, non solo equidistante, ma anche completamente alternativa rispetto all'offerta attuale. Un soggetto politico che potrebbe nascere inizialmente anche dalla federazione di soggetti già esistenti e che si definiscono Liberali o Popolari, questi Partiti però devono avere il coraggio di fare un salto nel buio, devono abbandonare le coalizioni dove oggi si trovano e unirsi superando personalismi e antichi strascichi che vanno avanti da troppo tempo. Ovviamente poi questo sforzo dovrà essere accompagnato dalla stesura di un programma politico responsabile e innovativo, che riesca a riunire i principi fondamentali di quest'area centrista tra cui: libertà e crescita economica, tutela della persona, libertà dell'individuo, sussidiarietà, lotta allo statalismo, riduzione del debito pubblico e della pressione fiscale e federalismo europeo. 

L'occasione giusta per rinnovare lo spettro politico nazionale potrebbe essere vicina. Infatti, nel mese di Giugno, ci saranno le elezioni amministrative in 1.342 Comuni, tra cui città importanti come: Roma, Torino e Napoli. In queste città dovrebbero nascere coalizioni o liste centriste (anche puntando molto sul civismo) con un programma concreto e un candidato unitario, completamente alternativi all'offerta politica attuale, ciò potrebbe essere un buon primo passo per abbattere questo dannoso duopolio che da troppo tempo ormai sta distruggendo il nostro Paese. 

L.G.

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