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Uiguri: storia di un genocidio


"Dobbiamo essere duri come loro e non mostrare pietà" Xi Jinping 

 

Il 16 novembre 2019, il New York Times ha pubblicato circa 400 pagine di documenti, provenienti da un anonimo, membro del Governo cinese, riguardanti la situazione degli uiguri e i "centri di istruzione e formazione professionale" presenti nella regione dello Xinjiang istituiti dal Governo, nella speranza che il Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping fosse ritenuto responsabile delle sue azioni. Nei documenti si affermava che le autorità locali tengono rinchiusi in questi campi centinaia di migliaia di uiguri e musulmani appartenenti ad altre minoranze etniche, contro la loro volontà, dove vengono torturati e costretti a lavorare in condizioni disumane. 

Questi centri furono istituiti dal Governo nel 2014 come risposta a una serie di attentati avvenuti nella regione negli anni precedenti, orchestrati dal Partito Islamico del Turkistan, un'organizzazione terroristica affiliata all'ISIS. L'attività di questi campi ha registrato un'intensificazione senza precedenti dal 2016, quando divenne Segretario della sezione regionale del PCC e Governatore della regione, Chen Quanguo che ha portato avanti una linea dura, infatti nel 2017 la regione rappresentava il 21% di tutti gli arresti in Cina nonostante comprenda meno del 2% della popolazione nazionale, otto volte maggiore rispetto all'anno precedente. Gli uffici giudiziari e di altro governo di molte città e contee hanno iniziato a rilasciare una serie di offerte di appalto e costruzione per i campi e le strutture pianificate. Sempre più centri di detenzione di massa sono stati costruiti in tutta la regione e vengono utilizzati per contenere centinaia di migliaia di persone prese di mira per le loro pratiche religiose ed etnia. 

Nelle aree urbane, la maggior parte dei campi viene convertita in scuole di formazione del PCC, mentre nelle aree suburbane o rurali la maggior parte dei campi è stata appositamente costruita ai fini della "rieducazione". Questi campi sono sorvegliati da forze armate o polizia speciale e dotati di cancelli a forma di prigione, muri circostanti, recinzioni di sicurezza, sistemi di sorveglianza, torri di guardia, stanze di guardia e strutture per la polizia armata. Nel 2018, la rivista Bitter Winter ha pubblicato tre video che erano stati girati all'interno di due campi nell'area di Yining. I video mostrano caratteristiche simili a quelle di una prigione dimostrato che i campi sono strutture di detenzione piuttosto che "scuole". Secondo il Movimento di Risveglio Nazionale del Turkistan Orientale nella regione ci sarebbero circa 50 campi. La detenzione di massa di uiguri e di altre minoranze etniche (Radio Free Asia ha stimato a gennaio 2018 che 120.000 uiguri sono attualmente detenuti in campi di rieducazione politica nella sola prefettura di Kashgar e quasi 12.000 detenuti nella contea di Qira) ha fatto sì che molti bambini siano rimasti senza i loro genitori. Il Governo cinese, allora ha rinchiuso questi bambini in una varietà di istituzioni e scuole colloquialmente conosciute come "collegi", di fatto degli orfanotrofi. A settembre 2018, l'Associated Press ha riferito che erano in costruzione migliaia di collegi. Per diminuirli hanno iniziato a praticare una vera e propria propaganda della sterilizzazione forzata. Un controllo delle nascite che risulta essere, a tutti gli effetti, un genocidio demografico. Le donne uigure diventano sterili per volere dello Stato cinese, il quale gestisce il sistema di contraccezione obbligando le donne alla somministrazione di pillole e spirali (in molti casi anche aborti chirurgici.).

Diverse persone che sono riuscite a uscire dai campi hanno dichiarato di aver affrontato infiniti lavaggi del cervello (costretti a studiare propaganda Comunista per molte ore ogni giorno), umiliazioni e a recitare slogan per ringraziare e augurare una lunga vita a Xi Jinping. Hanno poi riferito che i campi di rieducazione funzionano anche come campi di lavoro forzato dove gli uiguri sono costretti a lavorare in condizioni disumane, con orari lunghissimi. In questi campi gli uiguri producono vari prodotti per l'esportazione, in particolare quelli realizzati con il cotone, ma anche: calzolaio, assemblaggio di telefoni cellulari e imballaggi di tè. In cambio il Governo da una retribuzione mensile di ¥1.500 (circa 190 euro). Secondo molti la crescita esponenziale delle produzioni ed esportazioni avvenute negli ultimi anni per le aziende della regione è dovuto allo sfruttamento degli uiguri che 

Dopo la pubblicazione degli "Xinjiang papers" molti Stati e organizzazioni internazionali hanno subito condannato la dittatura cinese, 22 Paesi hanno firmato una dichiarazione all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in cui hanno chiesto di porre fine alle detenzioni di massa in Cina (che dovrebbero ammontare a circa 800.000 persone) e hanno espresso preoccupazione per la diffusa sorveglianza e repressione e 23 Paesi hanno firmato una lettera congiunta al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e al Terzo Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sollecitando la Cina a chiudere i campi nello Xinjiang. Nonostante le atrocità perpetrate a migliaia di persone innocenti, l'Italia non ha ancora detto nulla, il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio infatti non ha preso una posizione in merito e il nostro Paese continua ad avere buoni rapporti con la Cina, ciò non ci sorprende visto che quando Nathan Law (uno dei leader del movimento pro-Democrazia a Hong Kong) chiese di incontrare Di Maio per parlarli della drammatica situazione del suo Paese, lui rifiutò di riceverlo. Sorprendentemente però c'è anche chi ha fatto di peggio, 54 Paesi hanno infatti lodato le politiche di Xi dicendo che ciò è essenziale per combattere il terrorismo islamico. Tra questi, oltre alle solite dittature che da sempre spalleggiano la Cina, come Russia, Cuba, ecc... ci sono sorprendentemente, anche Paesi mussulmani, come Iran, Egitto e Arabia Saudita. Stati che non hanno alcun problema a criticare l'Europa e gli USA ogni volta che avviene un fenomeno di intolleranza o di razzismo, adesso appoggiano un genocidio perpetrato sistematicamente contro la minoranza mussulmana in Cina.

Viste le condizioni scioccanti in cui migliaia di persone sono costrette a vivere, quello che tutto il mondo Occidentale dovrebbe fare è dire apertamente che la Cina sta perpetrando un genocidio contro gli uiguri e applicare sanzioni contro esponenti del Governo cinese, come hanno fatto finora USA e Canada. Ciò avrebbe come conseguenza l’inimicarsi la seconda potenza economica del mondo e porterebbe a gravi ripercussioni economiche, ma se ciò riuscirà a ridare una vita dignitosa e libera da soprusi e sfruttamenti a milioni di persone che vengono giornalmente torturati, indottrinati, separati dalle loro famiglie e uccisi solo perchè hanno la "colpa" di appartenere a una minoranza etnica e credere in una fede diversa da quella del Partito Comunista (negli ultimi anni molte Moschee sono state distrutte), ne sarà valsa la pena. Cosa decideranno di fare i Governi non lo sappiamo, ma quello che è certo è che nonostante la dura e folle repressione a cui sono sottoposti, gli uiguri non smetteranno mai di cercare la libertà e di portare avanti le loro antichissime tradizioni.

L.G.

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