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Il tentato golpe russo in Moldavia



Stando a uno degli ultimi scoop del Washington Post la Russia vuole mettere le mani sulla Moldavia. Il piccolo Stato ex-URSS, candidato all'adesione all'Unione Europea, è finito nelle mire del Cremlino nell'ambito della guerra in Ucraina e dei nuovi equilibri geopolitici che questa sta determinando. Tanto che Vladimir Putin starebbe lavorando a un piano segreto per prendersi il Paese con capitale Chisinau. A dire il vero già il 26 ottobre il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che il Cremlino stava conducendo "campagne di influenza maligna persistenti" in Moldavia e stava corrompendo sistematicamente i politici locali. Di conseguenza, sono state sanzionate 12 società e 9 persone. Oltre alle figure moldave, tra loro c'era il figlio dell'ex procuratore generale della Russia, Igor Chayka (noto anche come IFYAU9). Sanzionati anche 3 spin doctor russi. 

Molti esperti infatti considerano la Moldavia un obiettivo altamente vulnerabile perchè è il Paese più povero d'Europa non fa parte della NATO, confina con l'Oblast' ucraino di Odessa e buona parte della popolazione parla correntemente il russo. La Moldavia in più ha al suo interno la Transnistria una "repubblica" filo-russa non riconosciuta dove c'è una base militare russa e la bandiera russa è usata come seconda bandiera nazionale. La regione non è solo una zona di occupazione russa, ma anche la principale sede regionale del FSB (i servizi segreti russi). Qui addestrano e coordinano gli agenti per il lavoro illegale nella regione, in particolare nel sud dell'Ucraina. Poiché questa regione separatista è off-limits per i servizi di sicurezza moldavi e ucraini, è possibile raccogliere dati sulla regione e preparare gruppi di sabotaggio. E anche mobilitare le persone nel caso in cui le truppe di Putin abbiano successo nelle regioni di Mykolayiv e Odessa.

Negli ultimi mesi molte persone sono scese in piazza per manifestare contro la Presidente della Repubblica moldava Maia Sandu e l'operato del suo Governo, il malcontento popolare è infatti aumentato notevolmente negli ultimi mesi a casusa dell'alta inflazione e della crisi economica del Paese acuita dall'invasione russa dell'Ucraina, la Moldavia dipende quasi interamente dal gas russo e Gazprom ha tagliato le forniture alla Moldavia del 50%, ma dietro queste imponenti manifestazioni c'è dell'altro. Da oltre un mese infatti i Partiti d'opposizione che vanno dall'estrema Sinistra all'estrema Destra e tutti molto vicini al Cremlino, il Partito Socialista (PSRM), il Partito Comunista (PCRM) e il Partito Shor (PS dal nome del suo fondatore e leader) stanno organizzando le manifestazioni. I manifestanti vengono trasportati in autobus a Chisinau da tutto il Paese e stanno allestendo tende fuori dal Parlamento. Secondo quanto riferito, vengono pagati l'equivalente di € 20 al giorno e € 80 a notte. I giornalisti moldavi hanno pubblicato dozzine di video in cui i manifestanti, alcuni visibilmente ubriachi, parlano apertamente delle somme che hanno ricevuto dagli organizzatori.

Ilan Shor è il leader delle proteste, appare spesso su un grande schermo video per incitare i manifestanti. Shor è fuggito dal Paese nel 2019 poco dopo, i pubblici ministeri hanno iniziato a indagare su una serie di scandali bancari. Shor ha derubato il Paese di centinaia di milioni di dollari, una rapina che ha lasciato la Moldavia con un deficit di bilancio pari all'8% del PIL. Shor è stato condannato a 7 anni e mezzo di carcere in Moldova per frode bancaria. Shor oggi vive in Israele, ma è immune all'estradizione, poiché lì detiene la cittadinanza. Shor è apparso di recente su un grande schermo video durante le proteste. Parlando non molto tempo fa all'agenzia di stampa russa Ria Novosti, ha affermato che essere dalla parte della Russia renderebbe la Moldavia "felice e di successo". Ora le autorità moldave accusano lui e altri latitanti di aver acquisito congiuntamente stazioni televisive e portali online, oltre a coltivare relazioni geopolitiche con il Cremlino. Le autorità affermano che Shor e i suoi alleati mirano a rovesciare l'ordine costituzionale in Moldova. I tentativi di destabilizzare la situazione nel Paese stanno diventando sempre più frequenti e sono perpetrati da coloro che vogliono la guerra e il caos. Queste persone avevano promesso a Mosca che avrebbero rimosso la leadership europeista e pro-Occidente del Paese e ne avrebbero instaurato una nuova che avrebbe consentito alla Russia di coinvolgere la Moldavia nella guerra.

Un politico russo di alto livello ha elogiato Shor, definendolo "un degno partner a lungo termine" e ha persino offerto alla regione moldava guidata dal partito di Shor un accordo sul gas russo a buon mercato. Negli ultimi mesi poi il controllo di gestione dei 2 principali canali televisivi filo-russi della Moldavia è stato trasferito a uno stretto collaboratore di Shor fornendogli un'importante piattaforma per portare avanti un'agenda allineata a Mosca. Inoltre l'FSB ha inviato una squadra di strateghi politici russi per consigliare il partito di Shor. E FSB ha supervisionato un accordo in cui un oligarca russo ha acquisito uno dei principali asset di Shor, per proteggerlo dalle autorità moldave. 

Le operazioni condotte dall'FSB in Moldavia per destabilizzare il Paese sono ancora più antiche. Nel 2020 l'ex Presidente Igor Dodon era in stretto contatto con diversi ufficiali dell'intelligence in Russia. Inoltre, Dodon quando era ancora in carica ha inviato le bozze dei suoi discorsi ad altri alti funzionari della sicurezza russi, ad esempio, il suo discorso alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel 2019 è stato pronunciato prima a un generale del SVR (un'altra agenzia di intelligence russa) tramite l'ambasciatore russo. In un video registrato segretamente, Dodon ha ammesso di aver ricevuto finanziamenti dal Cremlino, incluso da Gazprom, e ha affermato di aver richiesto $ 1 milione al mese per coprire i costi di gestione del suo partito. Lo scorso Maggio, Dodon è stato posto agli arresti domiciliari con l'accusa di alto tradimento, arricchimento illegale, corruzione e finanziamento illecito di partiti. Mosca ha aiutato Dodon non solo in teoria, ma anche in pratica. Alla vigilia delle elezioni del sindaco di Chisinau nel 2019, è atterrata una forza di sbarco di strateghi politici russi che hanno sottolineato la necessità di condurre un controllo approfondito della campagna dei socialisti, per valutare le loro finanze, il personale, l'ideologia e le opportunità di nominare funzionari leali del comitato elettorale, tra le altre cose. 

La Russia aveva già fornito consulenza alle campagne del PSRM per 4 anni consecutivi; prima alle elezioni del sindaco delle capitali del 2019 dove il candidato socialista ha vinto con il 52,39%, poi nella campagna presidenziale del 2020 che Dodon ha perso al secondo turno propio contro la Sandu, poi alle elezioni parlamentari del 2021 dove la lista congiunta con il PCRM ha ottenuto il 27,17% del voto, e infine alle elezioni amministrative anticipate del 2021 dove il candidato socialista ha ottenuto il 14% nel primo turno. Il 30 giugno 2021 Dodon ha registrato una nuova struttura la Moldova-Russian Business Alliance che ben presto ha iniziato a ricevere finanziamenti regolari dalla Russia. Poiché l'alleanza commerciale di Dodon ha ricevuto 6 pagamenti per un totale di oltre $ 320.000. Il Washington Post scrive che lo stipendio di Dodon nell'Alleanza è di $ 29.000 al mese e che l'organizzazione è stata uno strumento per influenzare il Parlamento moldavo e per indebolire la leader moldava Sandu e riportare il Paese sotto l'influenza del Cremlino. 

L.G.

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